“San Cataldo” di Taranto.
Un buon amministratore, se deve realizzare qualcosa, si preoccupa di avere innanzitutto tutte le risorse necessarie, ma ancora oggi non sappiamo dove recupereranno i fondi per completare gli acquisti delle strumentazioni da destinare al “San Cataldo” di Taranto. Ergo, il rischio dietro l’angolo è sempre lo stesso: avere un involucro nuovo, ma vuoto e inutile per la collettività!
Si tratta della conferma, l’ennesima, della scarsa qualità della programmazione degli interventi da parte della Regione. Non solo non sappiamo nulla circa i trasferimenti di risorse, ma il problema esplode già da ora, sebbene in prospettiva, alla luce della crisi di governo: se dovesse cadere l’esecutivo, sarebbe tutto bloccato. Soldi compresi.
Ai cittadini resta l’amarezza di aver assistito ad un’accelerazione pre-elettorale, priva di solide fondamenta (ovvero una seria pianificazione). Il governo regionale ha un debito nei confronti di Taranto, che oggi si traduce nell’imperativo categorico di provvedere a risolvere la questione: non sarebbe intelligibile se ci fosse l’ennesima rappresentazione di cattiva, pessima governance con un ospedale nuovo ma non in condizioni di funzionare… perché vuoto!