A macchia d’olio, si estende per tutta la Puglia l’emergenza dei pronto soccorso
A macchia d’olio, si estende per tutta la Puglia l’emergenza dei pronto soccorso, ma non abbiamo scoperto oggi un “elefante nella stanza”: quello che sta accadendo è solo il frutto dei mali inferti nel tempo alla nostra sanità che ora si “slatentizzano”. I medici sono pochi e il numero degli accessi è alle stelle, con il personale ormai allo stremo delle forze.
Certo, i medici sono pochi ed anche questa non è una novità: dunque, che ha fatto la Giunta regionale per eliminare il numero chiuso o incrementare i posti della Facoltà di Medicina? Molti cittadini si recano al pronto soccorso per questioni non urgenti perché la verità è che non sanno dove andare.
La medicina del territorio non esiste, le liste d’attesa sono infinite e recarsi al Pronto Soccorso, per tanti, è il modo più veloce per ricevere assistenza. Le annunciate strutture di comunità, però, bisogna ancora capire con quali medici e infermieri funzioneranno, visto che le unità sono insufficienti a coprire l’esistente.
E veniamo alla direttiva dell’assessore Palese, che chiede ai medici ospedalieri di concorrere, dopo il loro turno di lavoro, a coprire i deficit dei pronto soccorso. Come si può pensare che un medico dopo ore ed ore di lavoro possa sopportare un “secondo turno” nel reparto delle urgenze che è, come è noto, particolarmente usurante? Senza contare che non si fa alcun riferimento alla specializzazione del medico e in alcuni casi non avrebbe neppure una competenza idonea alle esigenze di soccorso.
Ci sembra davvero che la Giunta stia navigando al buio, a tentoni, pensando di rimpiazzare una buona organizzazione con le “scartoffie” dirigenziali, senza neppure un confronto con i direttori generali delle Asl. L’assessore Palese dovrebbe venire in Consiglio Regionale per spiegare cosa ha in mente di fare e per raccogliere le proposte di tutti, opposizione compresa, dal momento che le soluzioni abbozzate non sembrano all’altezza della missione.