COMUNICATO STAMPA 13 agosto 2020
Dopo la clamorosa vicenda dell’Unità di terapia intensiva neonatale a Taranto, esplode un’altra emergenza nella sanità ionica, anche in questo caso denunciata da sindacati di medici.
Questa volta la criticità riguarda i reparti di #radiologia della provincia ionica, con numerosi medici specialisti che si sono dimessi dall’inizio dell’anno per andare in altre ASL, talora vicine, che offrono condizioni di lavoro più accettabili, essendo diventato nella ASL Ta sistematico il ricorso a turni straordinari e massacranti, costituendo ormai questo intollerabile ritmo di lavoro una condizione ordinaria spesso senza nemmeno il dovuto riconoscimento giuridico-economico.
Gli organici delle Radiologie conseguentemente si riducono, con inevitabili conseguenze sull’utenza. Ma c’è di più: i sindacati e le associazioni di categoria denunciano che nella ASL tarantina c’è una grave carenza anche di anestesisti, ortopedici, pediatri, cardiologi e medici dell’emergenza-urgenza.
Si tratta, evidentemente, di una mancanza di programmazione da parte della direzione generale e dell’assessorato regionale alla sanità, diretto ad interim, come è noto, dal presidente Emiliano.
Questi ultimi, come al solito, addebitano al governo nazionale le responsabilità di queste carenze di organico.
Ma è possibile che la sanità pugliese, a cui è destinato ben il 90% del bilancio della Regione, non riesca a dare – da lustri- risposte adeguate alle esigenze di tanti pazienti, non erogando servizi essenziali?
Sono certo che il voto del 20 e 21 settembre saprà spazzare via, definitivamente, questo modo di gestire la cosa pubblica e, in particolare, un settore strategico e delicato come quello della salute dei cittadini.
Ho a cuore la #sanità della nostra regione!